Negli ultimi decenni, il cibo ha acquisito, oltre al suo naturale bisogno di soddisfare il proprio fabbisogno quotidiano, anche un potere altamente fame-emotivagratificante a livello psichico. La facile reperibilità degli alimenti, e la loro sovrabbondanza, hanno portato ad identificare l’alimento come una rapida fonte consolatoria di facile accesso.

Iniziamo cercando di fare una distinzione tra la fame fisica e quella emotiva:

FAME FISICA

FAME EMOTIVA

Tende a venire gradualmente e può essere rinviata

Appare improvvisa ed urgente

Può essere soddisfatta da qualsiasi tipo di alimento

Provoca voglie molto specifiche come ad esempio pizza o gelato (comfort food)

Una volta sazi si smette di mangiare

Si tende a mangiare molto di più di quanto si farebbe normalmente

Non provoca sensi di colpa

Può far insorgere sensi di colpa, una volta terminato il pasto

Nasce da un bisogno concreto che, quando viene soddisfatto, cessa

Nasce da un bisogno psicologico

È più sopportabile

Richiede una soddisfazione immediata

Una volta che abbiamo capito che tipo di fame ci attanaglia, dobbiamo cercare di farci un’analisi dettagliata di quel che scatta dentro di noi. I fattori di stress, come provare delle emozioni percepite come negative (solitudine, frustrazione, tristezza, rabbia, noia, amarezza, delusione, impotenza e così via) possono attivare questo meccanismo di compensazione: sin da piccoli infatti la gratificazione più immediata che abbiamo appreso è stata riposta nel gesto del mangiare.

Mangiando, andiamo a riempire momentaneamente quel vuoto che sentiamo dentro di noi.

Poiché però non abbiamo a che fare con la vera fame fisiologica, questa sensazione di appagamento dura poco e tende a ripresentarsi quanto prima.

Ecco perché è importante cercare di capire:

  • Cosa ci manca realmente?
  • Il desiderio che ci porta ad assumere cibo in realtà nasconde una necessità o bisogno non espresso?
  • Abbiamo litigato o siamo arrabbiati e non siamo stati in grado di parlare chiaramente dicendo quel che pensavamo e provavamo?

Mangiare può quindi diventare un modo per tutelare noi stessi, difendendoci dalle sensazioni che percepiamo come negative ed ingestibili.

STRESS – EMOZIONI POSITIVE -> BISOGNO DI CONFORTO E PAURA DI AFFRONTARE LA SITUAZIONE -> IMPULSO A MANGIARE -> TEMPORANEA SENSAZIONE DI BENESSERE -> SENSO DI COLPA -> BISOGNO DI SENTIRSI MEGLIO -> ricomincia dall’inizio..

La Mindfullness ci può aiutare a limitare questi episodi di “attacchi di fame emotiva”, seguendo dei semplicissimi accorgimenti:

  1. OSSERVA. Nota il tuo corpo ed ascoltalo a 360 gradi: brontolio di stomaco, mancanza di energia, soddisfazione, livello di stress, sazietà..
  2. ASSAPORA. Nota la consistenza, l’aroma ed il sapore: è croccante, dolce, salato, insipido, speziato..?
  3. VIVI IL MOMENTO. Sii completamente presente in quel che fai. Spegni la televisione, siediti, e quando mangi, mangia solamente. Il termine Mindfullness significa “consapevolezza”, per cui, sii consapevole di quel che fai.
  4. NON GIUDICARE. Parla consapevolmente e compassionevolmente di te stesso. Annota le regole rigide o i sensi di colpa che emergono nella tua mente, come pure gli “sgarri” che ti concedi.

Inoltre:

  1. Cerca di capire la causa della tua fame emotiva (nervosa) annotando le tue sensazioni su di un diario.
  2. Quando il bisogno di mangiare diventa impellente (e lo si riconosce come tale), cercare una forma di distrazione (chiama un amico, ascolta musica, fatti un bel bagno, esci per delle commissioni…)
  3. Vietato arrendersi!Riuscirci al primo colpo è difficile per chiunque.
  4. Non nascondersi e non fuggire dalle paure: cerchiamo di affrontarle e se non sappiamo come fare, chiediamo consiglio.
  5. Quando si fa la spesa (evitiamo di farla da affamati), cercare di acquistare cibi salutari..e non solamente quelli che ci attirano di più (patatine, cioccolato..)

Per cui:

“Se hai fame, mangia.

Se sei triste, mangia.  Piangi!

Se sei felice, mangia.  Ridi!

Se sei ansioso, mangia.  Rilassati!

Se sei arrabbiato, mangia.  Urla!

Se sei annoiato, mangia.  Esci!

Se ti senti solo, mangia.  Canta!

Se ti senti stanco, mangia.  Riposati!”

Questo processo ha però avuto delle pesanti ripercussioni a livello salutare: secondo i dati rilevati dall’ OMS infatti, dal 1980 il livello di obesità globale è raddoppiato: nel 2008 gli adulti in sovrappeso erano il 35% della popolazione mondiale, nel 2011 vennero stimati oltre 40 milioni di bambini (al mondo) al di sotto dei 5 anni, in sovrappeso.

Vuoi sapere a quanto corrisponde il tuo IMC (Indice di Massa Corporea)? Segui questo semplice calcolo.

Peso in kg : Altezza in metri ²

Risultato:

  • Sovrappeso = IMC ≥ 25 fino a 29,9
  • Obesità = IMC ≥ 30

(Esempio: sono alta 1 metro e 60 cm e peso kg 65. Il mio indice di massa corporea è di 25,39.)

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